L'UTILIZZO DELLA
LUCE INDIRETTA
Attenzione!
sta arrivando la luce indiretta!!!
Ho notato che
ultimamente stanno riscotendo notevole successo i lampioni che sfruttano il principio
della luce riflessa. Per questo motivo volevo trasmettervi alcune semplici informazioni di
carattere illuminotecnico per poter ribattere a chi vuol far passare taluni sistemi come
"conformi alle norme anti IL". Molti costruttori hanno inserito nei loro
cataloghi questi apparecchi proponendoli come innovativi, soprattutto dal punto di vista
architettonico. I primi impianti si sono visti in Europa per l'illuminazione aeroportuale
(vedi aeroporto di Francoforte) realizzato dalla Siemens. L'idea della luce indiretta è
stata sviluppata da un famoso illuminotecnico Austriaco, un certo Bartenbach, luminare
dell'illuminotecnica (scusate il giro di parole), che studiò la nuova soluzione ed i
problemi connessi. Per realizzare un sistema a luce riflessa ottimale si dovrebbero
perseguire i seguenti obiettivi:
la sorgente di luce dovrebbe
essere la più piccola possibile in modo da poter controllare al meglio il flusso luminoso
emesso.
Il proiettore dove è collocata
la lampada deve riflettere, ottenendo il massimo rendimento, tutto il flusso luminoso
verso il riflettore secondario (il pannellone che sta sopra) senza disperdere luce fuori
dal "pannellone".
Il riflettore secondario (pannellone)
deve riflettere il flusso luminoso recepito in modo da indirizzare possibilmente tutto il
flusso verso l'area da illuminare.
Per soddisfare
il primo punto vengono impiegate le cosiddette sorgenti luminose ad "arco
corto". Stiamo parlando delle lampade ad joduri metallici (chiamate anche: alogenuri
metallici, HQI, JM). Queste lampade non sono monobanda e quindi questa luce non si può
filtrare!!! cosa invece possibile con la luce emessa dalle lampade sodio BP o AP (bassa
pressione, alta pressione). Per questo motivo il flusso luminoso disperso è molto
inquinante.
Il secondo
punto è sicuramente quello più difficile da soddisfare. Per riflettere la luce in modo
ottimale e ottenere il massimo rendimento è necessario utilizzare all'interno del faro un
riflettore parabolico realizzato in alluminio purissimo lucido. Inoltre, più grande è il
riflettore maggiore è il rendimento dell'apparecchio. Attenzione... mi stavo dimenticando
una cosa molto importante. Solo gli apparecchi conici (quelli a riflettore rotondo per
capirci) con lampada monoattacco inserita sull'asse centrale sono precisi dal punto di
vista illuminotecnico. I proiettori rettangolari hanno un pessimo controllo del flusso
luminoso quindi non sono adatti per i puntamenti e la luce indiretta in questione.
Un altro piccolo particolare che un proiettore serio deve avere è quel piccolo schermo
posto subito sopra la lampada che serve per evitare la fuga del flusso luminoso che esce
direttamente dalla lampada (per capire meglio guardate il disegno). Sovente questo
schermetto è un cilindretto o una semisfera di colore nero sostenuta da 2 o tre razze al
centro dell'ottica. Questo particolare rende particolarmente netto il passaggio dalla zona
illuminata alla zona buia (vedi foto). Quindi aiuta moltissimo a limitare il flusso
disperso. Esistono poi proiettori più sofisticati a schema ottico che sfruttano delle
lenti per emettere la luce solamente in una zona ristretta. Questi tipi di apparecchi sono
assimilabili ai proiettori teatrali chiamati "Occhio di bue" o "Sagomatore
di luce". Il rendimento di questi ultimi è piuttosto basso ma il controllo del
flusso luminoso è totale.
Utilizzando questi ultimi apparecchi, se lo volessi, potrei puntare un fascio di luce su
un pannellone posto anche a 20 metri di distanza senza nessuna dispersone nel cielo.
Chiaramente con risultati dal punto di vista del rendimento molto scadenti < 20%.
Parliamo ora del famoso pannellone o riflettore secondario. Molte aziende lo costruiscono
di forma piana o ricurva, in colore bianco o alluminio satinato. Queste sono soluzioni
scadenti, infatti, la luce che colpisce questi riflettori viene rinviata a terra senza
alcuna logica... in tutte le direzioni. Quindi anche dove non serve. Soluzioni più
evolute, vedi foto, sfruttano delle superfici in materiale lucido sagomato (microspecchi).
Proprio questi
microspecchi, appositamente studiati, riflettono la luce simmetricamente o
asimmetricamente a seconda delle esigenze, inviando il flusso luminoso sulle aree da
illuminare. Questi particolari riflettori assolvono anche al compito di limitare la
luminanza diretta, cioè l'abbagliamento verso gli osservatori.
Un apparecchio
che risponde a tutti questi vincoli è rappresentato nella seguente fotografia.
Avvicinando di poco il padellone al faretto il risultato sarebbe ottimale. L'apparecchio
che vedete nella fotografia è per interni.
CieloBuio
- Coordinamento per la Protezione del Cielo Notturno