Troppa luce a Venezia, gruppo di saggi pianifica il buio

Il comune di Venezia prepara il Piano contro l’inquinamento luminoso. “Sui giochi di luce e ombre Venezia ha costruito il suo mito romantico. Eppure anche in questa sorta di Eden dove non esistono mega-fanali nè insegne intermittenti a squarciare il buio notturno, si sente l’esigenza di mettere paletti. Perchè anche Venezia soffre di inquinamento luminoso”.
Inizia così l’articolo apparso qualche giorno fa sulle cronache regionali del Corriere a firma di Serena S. Lucchesi che prosegue : ” Di recente dal ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani è arrivata la proposta di illuminare a giorno Piazza San Marco, spiegando che con le luci attuali non si ammirano tutti i suoi scorci artistici. Chissà se sarà stato lo spauracchio di una Piazza abbagliante come un campo da calcio a far smuovere le cose in Comune”.
In ogni caso la giunta ha appena deciso con un atto di indirizzo di
nominare un gruppo di saggi (tra Iuav, Cnr, Arpav e associazioni come Cielobuio e VenetoStellato) per redigere il Piano dell’illuminazione pubblica, che stabilisca i limiti luminosi della città.
A richiedere il Piano è la Regione che nel 1997
ha emanato una legge per contrastare l’inquinamento luminoso, fissando al 3% il limite di dispersione luminosa verso l’alto. Vale a dire che lampioni, fari e tutto ciò che rimane acceso la notte non può sparare i suoi raggi luminosi verso iil cielo se non in minima parte, il 3% appunto.
Il piano dovrà dare indicazioni perché si rispetti questo tetto di dispersione ma al tempo stesso fisserà anche dei limiti minimi.
Leopoldo Dalla Gassa punta il dito sull’illuminazione errata dei monumenti: «E’ come se puntassimo una pila sotto il mento di una persona: l’illuminazione dei monumenti
nelle città d’arte, fatta con faretti dal basso verso l’alto, dà il medesimo effetto innaturale e inquietante.
Un pessimo risultato sul piano estetico, con pesanti risvolti sull’inquinamento luminoso, perché si spara la luce verso il cielo impedendo di ammirare le stelle».
«Quello che ci auguriamo – aggiunge il presidente di Veneto Stellato – è che il regolamento recepisca alcune innovazioni tecnologiche, che potrebbero risultare utilissime a combattere l’inquinamento luminoso ».
E qui ritorna la questione dei fari e dei raggi deformanti sui palazzi.
«Esistono oggi dei led, larghi al massimo tre centimetri, da applicare sui cornicioni per illuminare dall’alto verso il basso palazzi e monumenti. Consumano molto meno dei fari, e
perdi più sarebbero invisibili, viste le loro dimensioni ridotte».
Il caso più evidente nel veneziano è appresentato dal Parco di San Giuliano dove la sua lluminazione va ben oltre i limiti della Regione.
In Comune stanno già cercando di risolvere il problema, schermando i lampioni e abbassando l’intensità. Ma presto potrebbe essere necessario cambiare tutte le lampade utilizzate. «Sono ai vapori di mercurio – osserva Luca Zaggia, membro dell’associazione – e tra pochi mesi saranno messe al bando dall’Europa».

a cura di S.T.

Commenti chiusi