Quando la luce fa male – Torino 15 Dicembre 2001

Giornata di studio per una nuova legge regionale contro l’inquinamento luminoso, per il risparmio energetico e la salvaguardia dell’ambiente

5^ sessione dello Stato dell’Ambiente organizzata dalla Provincia di Novara
sul tema: Inquinamento acustico, luminoso ed elettromagnetico Novara 19 dicembre 2001
Nello scorso dicembre si sono svolti due importanti appuntamenti ai quali hanno collaborato esponenti del nostro sodalizio, sia per quando riguarda la loro organizzazione sia in termini di contributi nelle relazioni.

Il primo convegno era imperniato sulla nuova proposta di legge regionale n. 335/2001, presentata dal Gruppo Consigliare Verdi ma che si spera venga appoggiata da tutti gli altri esponenti politici. Proposta che dovrebbe sostituire quella attualmente in vigore che appare molto complessa, di difficile attuazione e impossibile da controllare.
Durante il convegno sono stati illustrati dal prof. Don Ezio Fonio, naturalista, curatore del Museo di Storia Naturale “Don Bosco” di Torino, nonché esponente di Pro Natura, gli effetti della luce sull’ambiente con particolare riferimento al comportamento di vegetali e animali e non da ultimo sui riflessi che si cominciano a rilevare sulle attività umane.
Si è passati poi all’illustrazione di questo fenomeno a cura del dott. Pierantonio Cinzano esponente dell’I.S.T.I., Istituto di Scienze e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso nonché ricercatore presso l’Osservatorio Astronomico di Padova, che ha messo in evidenza i pericolosi riflessi della luce indirizzata verso l’alto. Non solo come impedimento della ricerca astronomica ma inquinamento grave di tutto l’ambiente.
Successivamente il prof. Lorenzo Fornasari, del Politecnico di Milano ha illustrato una ricerca eseguita per conto del Parco del Ticino Lombardo, sulla migrazione degli uccelli di piccola taglia. I risultati impressionanti hanno messo in evidenza il disorientamento dei migratori che in presenza delle luci della Malpensa, perdono completamente l’orientamento e molto spesso non riescono più ad allontanarsi dalla zone e periscono in gran numero.
é quindi intervenuto l’ing. Diego Bonata Presidente di Cielobuio – coordinamento per la protezione del cielo notturno, che ha messo in evidenza le differenze abissali tra la legge approvata nella vicina Lombardia, il suo regolamento e la norma piemontese.
Sono poi intervenuti esponenti della Regione e del Gruppo consigliare che ha appoggiato l’iniziativa. Da parte della Regione c’è stata la promessa, almeno verbale, di tenere conto della nuova iniziativa.

Si è poi proseguito con una tavola rotonda, alla quale hanno partecipato il giornalista Walter Giuliano in qualità di moderatore, Silvano Minuto della Federazione Nazionale Pro Natura, Massimo Camussi di Italia Nostra, Gian Piero Godio di Legambiente Piemonte e Nemesio Ala, Presidente dell’Ente Parco del Po, tratto Torinese.
Si sono presi in esame varie aspetti dell’inquinamento luminoso, particolarmente per quanto riguarda i problemi della circolazione stradale, lo spreco di energia, le iniziative non sempre comprensibili che disperdono molta luce nell’ambiente, l’illuminazione dei monumenti che spesso non hanno nulla di artistico o culturale, gli effetti sulla vita dell’uomo e infine i benefici che si potrebbero ottenere nell’ambito della protezione dei Parchi Naturali.
Purtroppo è mancato l’apporto, per sopraggiunti impegni, degli esponenti del mondo accademico e in particolare dei più direttamente interessati al fenomeno, i responsabili dell’Osservatorio Astronomico di Pino Torinese.

Per quanto riguarda l’incontro di Novara, la relazione sull’inquinamento luminoso è stata esposta da Silvano Minuto, ed è stata imperniata essenzialmente sui problemi della circolazione stradale e dei danni all’ambiente. Lo scopo era quello di illustrare questa forma di inquinamento che viene subita dai cittadini che non si rendono conto che è uno dei problemi di inquinamento più facile da risolversi di tutti gli altri.

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Come si possono sintetizzare i risultati di questi due incontri? Abbiamo voluto ribadire ancora una volta dei semplici concetti che nessuno vuole applicare o che si fa di tutto per farli apparire delle richieste irrealizzabili. Noi chiediamo alle amministrazioni pubbliche di illuminare per terra; non serve a nulla illuminare le facciate delle case o abbagliare gli automobilisti. Ai privati di illuminare i propri stabilimenti, parcheggi, giardini o altro contenendo la luce nel proprio territorio. A tutti di non sprecare energia elettrica. Con un pò più di consapevolezza di questo fenomeno si potrebbero risparmiare fino al 30% dei consumi energetici migliorando nel contempo l’ambiente. A tutti continuiamo anche a chiedere di studiare questi fenomeni. Ci sono primarie aziende a livello nazionale che spendono miliardi per realizzare dei prodotti che sono palesemente in contrasto non solo con il più elementare buon senso ma anche con il codice della strada. Nessuno fa ricerca in questo settore, quando succede qualche problema l’unica risposta è quella di aumentare i livelli di illuminazione, senza curarsi di fare delle verifiche e di capire come mai degli impianti non tradizionali e non inquinanti per l’ambiente riducono l’incidentalità stradale fino al 74%.
Come (amara) conclusione possiamo affermare che si sa tutto (ma proprio tutto) sull’inquinamento acustico, si studia quello elettromagnetico, si hanno conoscenze molto profondo sulla migrazione degli uccelli e non si sa nulla sugli effetti dell’inquinamento luminoso e il fatto che lascia più perplessi è che a fronte di una bolletta sanitaria per incidenti sulle strade di 54 mila miliardi all’anno, nessuna si preoccupa di finanziare delle ricerche e di capire i motivi di questo fenomeno che solo in Italia, specialmente nell’ambito cittadino, è in aumento.

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