Flagstaff: ultima frontiera

(ANSA) – WASHINGTON, 2 NOV – In Arizona c’è una città che ama stare al buio. Non tanto per risparmiare sulla bolletta, quanto per veder le stelle. Ama cioè ‘sentiré il cielo sopra di sè, la notte, e deve essere così ‘pulitò che deve potersi vedere la Via Lattea. Per questo ha vietato ogni tipo di ‘inquinamento luminosò, a cominciare dalle insegne.
Quella cittò è Flagstaff, la porta del Gran Canyon, in pieno deserto dell’Arizona, dove i cieli sono così tersi che gli Stati Uniti hanno concentrato lì i loro osservatori astronomici. Flagstaff è così abituata ad avere di notte sopra di sè un cielo pulito che il prossimo anno – come ricorda oggi il popolare Usa Today – festeggerà i cinquant’anni di ”campagna per la protezione del cielo notturnò’.
Fu infatti quasi cinquant’anni fa che questi abitanti del deserto, da sempre abituati alla bellezza di un cielo aperto, avvertirono profeticamente quali avrebbero potuto essere gli
effetti luminosi nel modello di sviluppo scelto dalle città americane: luci al neon, lampioni ad alta intensità, punti luminosi dentro e fuori le case. Così corsero ai ripari e fondarono quella che è diventata, a Flagstaff, una sorta di identità collettiva: la International Dark-Sky Association.
Dapprima pochi membri, ma crebbero di numero fino a diffondersi in altre zone del deserto dell’Arizona. Oggi l’associazione ha più sedi, compresa una nella importante
Tucson. Ma continua a perseguire il suo scopo di sempre:”fare in modo che la Via Lattea sia visibile a un numero sempre più alto di persone negli USà’.
Dopo quasi cinquant’anni di tentativi per arginare l’alluvione di luce artificiale che ha invaso le città americane, ora per la gente di Flagstaff innamorata del ‘suò cielo
le cose stanno cominciando a funzionare. Perchè la loro cittadina (58mila abitanti) sta diventando una sorta di modello da seguire. Città come Hilton Head Island (South Carolina), Harmony (Florida) e Jackson (Wyoming) potrebbero presto unirsi a
Flagstaff ed avere dalla storica associazione il riconoscimento di ”dark-sky cities”.
Anche perchè la bolletta costa sempre di più, e anche negli ‘spreconì Stati Uniti si sta piano piano cercando di introdurre il concetto di risparmio energetico.
Ma per la Dark-Sky Association è soprattutto una questione estetica. ”La gente ha
perso l’abitudine a guardare la notte – dice il co-fondatore della associazione, David Crawford -. Sono cresciuti senza sapere cosa significhi un bel cielo stellatò’. Quelli di
Flagstaff invece sì. Per loro guardare la Via Lattea è qualcosa di più di una semplice abitudine. Per è un modo stare al mondo. ”Per le persone la notte è ormai diventata
qualcosa di estraneo dal punto di vista naturale – commenta Chris Luginbuhl, astronomo che lavora al locale Navy Observatory – Noi invece cerchiamo solo di ricordare che l’oscurità è una condizione naturale della vita sulla terra, non è qualcosa di
patologico da cui proteggersì’.
Per chi è abituato al deserto, la notte è pura bellezza, e l’osservazione del cielo, di notte, un’abitudine normale. Non a caso è stato proprio lì, in Arizona, che è stato realizzato il Lowell Observatory, uno dei primi osservatori astronomici degli Stati Uniti. Era il 1894. E fu proprio lì, al Lowell Observatory, che a forza di scrutare il cielo notturno scoprirono Plutone. Era il 1930.

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